In Europa, ogni anno, vengono prodotti circa 700 milioni di tonnellate di rifiuti agricoli. Necessario, quindi, assicurare l’uso efficiente di rifiuti, coprodotti e sottoprodotti agricoli e creare catene di valore sostenibili nei settori dell’agricoltura e della trasformazione. Il progetto europeo AgroCycle ha affrontato il problema dei rifiuti in diversi settori agricoli, tra cui vino, olio di oliva, orticoltura, frutta, pascoli, suini, lattiero-caseario e pollame. Obiettivo dell’iniziativa è stato quello di convertire i rifiuti agricoli di scarso valore in prodotti dal valore elevato, ottenendo un aumento del 10 percento nel riciclaggio e nella valorizzazione dei rifiuti entro il 2020. “Ciò può essere realizzato sviluppando una comprensione dettagliata dei flussi di rifiuti afferma Tom Curran, coordinatore del progetto – e testando un numero chiave di percorsi relativi all’impiego/valorizzazione dei rifiuti”. Allo scopo i ricercatori hanno progettato una valutazione relativa alla catena di valore dei rifiuti agricoli per mappare, caratterizzare e quantificare i rifiuti, i coprodotti e i sottoprodotti agricoli disponibili. Hanno poi valutato le opzioni di valorizzazione dei rifiuti organici, con particolare riguardo a biocarburanti, biofertilizzanti e al trattamento delle acque reflue agroindustriali, nonché a effluenti animali per biopolimeri, energia e celle a combustibile microbiche ad alto valore aggiunto. La valutazione del ciclo di vita e il calcolo dei costi di vita hanno contribuito a determinare la sostenibilità ambientale ed economica delle opzioni di valorizzazione.
Inoltre, il gruppo di ricerca ha sviluppato catene di valore sostenibili e modelli aziendali volti a proporre modi migliori per utilizzare i rifiuti agricoli nella bioeconomia e sviluppare nuovi, robusti modelli aziendali.
“Abbiamo sviluppato una piattaforma di scambio online – illustra Curran – chiamata ‘AgroCycle Marketplace’, per collegare i produttori di rifiuti, coprodotti e sottoprodotti agricoli a coloro che potrebbero impiegare tali materiali, ad esempio i gestori degli impianti di biogas. Il progetto, quindi, può concretamente aiutare a migliorare la competitività dei settori agricolo, alimentare e delle bioraffinerie a livello comunitario e internazionale. Ma anche promuovere lo sviluppo rurale attraverso l’approvvigionamento di materie prime sostenibili per le bioraffinerie e la partecipazione attiva alla catena commerciale industriale globale”.