L’Internet of Things (IoT) si riferisce a una rete di dispositivi, sensori o applicazioni connessi tramite internet e, attualmente, si stima che entro il 2025 la vita di ciascuno sara’ caratterizzata da circa 75 miliardi di oggetti di questo tipo.
Un’ampia installazione di dispositivi IoT, pero’, richiede che essi diventino autonomi e, per raggiungere questo obiettivo, e’ fondamentale identificare una fonte di energia locale a bassa manutenzione.
A questo proposito, alcuni ricercatori svedesi dell’Universita’ di Uppsala hanno presentato un nuovo tipo di celle solari organiche in grado di trasformare in energia la luce delle lampade da interno.
Per fare cio’, sono state sviluppate delle celle fotovoltaiche costituite da un elettrolita complesso di rame, in grado di convertire fino al 34 percento della luce.
Gli ultimi risultati stabiliscono che queste celle potrebbero superare in efficienza quelle convenzionali di silicio, rivoluzionando il rilevamento digitale indoor per molti oggetti di uso quotidiano.
In collaborazione con l’Universita’ tecnica di Monaco di Baviera, inoltre, i ricercatori hanno progettato un sistema adattivo di gestione dell’alimentazione per questa tipologia di dispositivi a energia solare; contrariamente alle batterie, i dispositivi azionati dalla luce si alimentano in modo intelligente a seconda della quantita’ di luce disponibile.
I carichi di lavoro computazionali, quindi, vengono eseguiti in base al livello di illuminazione, riducendo al minimo le perdite di energia durante lo stoccaggio e utilizzando tutta l’energia della luce al massimo della sua disponibilita’.
Combinando l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatizzato, il sistema a celle solari organiche puo’ ridurre il consumo di energia, lo spreco della batteria e contribuire a migliorare le condizioni di vita generali.