Utilitalia, Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, ha pubblicato il Rapporto Lavoro 2020 che mostra uno studio basato su un campione rappresentativo di circa 100.000 lavoratori impiegati in aziende di acqua, igiene urbana ed energia.
I risultati mostrano un aumento del tasso di occupazione nel mondo dei servizi pubblici legati al settore ambientale ed energetico, grazie soprattutto ai nuovi investimenti e al crescente sviluppo nel settore dell’ambiente.
In dettaglio, nel 2018, il settore gas-acqua ha registrato un totale di 1.591 nuovi ingressi a fronte di 999 uscite, quello ambientale di 2.279 nuovi ingressi a fronte di 1.876 uscite e quello energetico di 330 nuovi lavoratori e 343 uscite.
La crescita occupazionale in tali settori sembrerebbe rispecchiare il crescente interesse da parte di istituzioni e privati negli ambiti delle nuove energie, della gestione delle riserve idriche e, in generale, dell’ambiente.
L’occupazione, secondo il rapporto, mostra una tenuta nel settore energetico e uno sviluppo nel settore idrico e ambientale grazie anche all’occupazione indiretta legata alla crescita degli investimenti.
Dai dati, pero’, emergono alcune problematiche ancora da risolvere: la principale riguarda l’eta’ media, con gli over 50 che rappresentano il 50 percento della forza lavoro e gli under 40 fermi al 20 percento.
Questo fattore, e’ causa di alcune non indifferenti complicazioni per il settore energia, necessitante di forti investimenti nella formazione per aggiornare le competenze, e per quello dell’igiene urbana, che espone i lavoratori ai maggiori sforzi fisici.
Problematiche in parte risolvibili, secondo Utilitalia, attraverso l’impiego e l’adozione di strumenti innovativi che consentano il ricambio generazionale e di una legislazione adeguata che si faccia carico degli effetti sociali dettati dai nuovi obiettivi di raccolta e recupero nel settore dei rifiuti.