Coca-Cola, Ikea, Lidl, Sony, Schneider Electric, Telekom, sono solo alcune delle aziende (attualmente 796) di tutto il mondo e di ogni settore che hanno aderito alla Science Based Targets Initiative. In linea con i principi dell’Accordo di Parigi, l’iniziativa si pone l’obiettivo climatico su base scientifica di mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 °C o comunque nettamente sotto ai 2 °C. Per questo impegno i sistemi di accumulo possono rappresentare un fattore importante, poiché consentono un migliore utilizzo delle energie rinnovabili e la riduzione delle emissioni di CO2. Ampia la gamma di sistemi di accumulo pronti per conquistare il mercato grazie ai progressi che l’intero settore storage ha compiuto negli ultimi anni.
Le misure di contenimento delle emissioni di CO2 messe in atto dalle aziende che aderiscono all’iniziativa, oltre a tutelare il clima, comportano anche benefici economici. Il 55 percento dei dirigenti delle 796 aziende, ad esempio, riferisce vantaggi sulla concorrenza derivanti da questo impegno e il 79 percento vede il maggiore vantaggio economico nella più forte reputazione del marchio. Il 52 percento ha riscosso più fiducia tra gli investitori e il 63 percento afferma di voler promuovere l’innovazione con obiettivi climatici autoimposti. Il potenziale della riduzione della CO2 e i vantaggi economici derivanti dall’utilizzo di sistemi intelligenti di accumulo sono così elevati che oggi si stanno implementando soluzioni innovative in molte applicazioni nei più svariati comparti economici.
Esempi di successo
Rolls-Royce, ad esempio, offre soluzioni energetiche decentrate per l’agricoltura con le microreti. Il cuore del sistema è l’EnergyPack, un container-batteria integrato con un’unità di controllo intelligente per microgrid. Fonti di energia rinnovabile, come impianti fotovoltaici o a biogas, ma anche generatori a gas e diesel, possono essere collegati a una microrete indipendente e controllati in modo ottimale dal punto di vista tecnico ed economico. Gli agricoltori in questo modo possono ridurre le emissioni di CO2 e diventare meno dipendenti dalla rete elettrica. L’azienda norvegese di piscicoltura Kvarøy utilizza un grande accumulatore Tesvolt nel suo allevamento di salmoni al largo dell’isola di Selsøyvær, nel Mare di Norvegia. A bordo, batterie al litio con una capacità di stoccaggio complessiva di 158 kWh riducono il tempo di funzionamento dei generatori diesel da 24 a sole 3 ore al giorno. Nei 18 mesi di allevamento di una generazione di salmoni, l’azienda risparmia così tra i 150.000 e i 200.000 euro e allo stesso tempo riduce le emissioni di CO2.
Anche nel settore del turismo le energie rinnovabili abbinate a sistemi di stoccaggio segnano un punto a favore del marketing, oltre che della protezione del clima. Il GreenLine Hotel Haffhus, un eco-resort sulla laguna di Stettino (sul Baltico), utilizza un sistema con una capacità di quasi 500 kWh. La batteria è alimentata da un impianto solare da 150 kWp, un impianto a biomassa da 25 kW e un impianto a biogas termico da 2 x 5,5 kW. Proponendosi come hotel a impatto climatico neutrale e con la più alta valutazione dei certificati Green Sign, l’Haffhus promuove anche la mobilità elettrica: tutte le auto aziendali sono elettriche, i visitatori possono ricaricare i propri veicoli sul posto, usare e-bike e fare escursioni con barche elettriche.
Un’impennata è attesa anche per gli accumulatori commerciali e industriali behind-the-meter (BTM), soprattutto in Germania e Gran Bretagna, con tassi di crescita annuale fino al 35 percento. Il settore storage può quindi contare su un mercato dinamico a lungo termine.
Accumulatori a impatto ottimizzato
L’industria energetica ha riconosciuto che non è sufficiente raggiungere la neutralità delle emissioni di CO2 con le batterie, bensì anche la produzione stessa delle batterie dovrebbe essere ottimizzata in termini di CO2. Il produttore “Northvolt”, ad esempio, vuole utilizzare l’energia idroelettrica della Svezia settentrionale per produrre la batteria più ecologica del mondo. Il suo stabilimento è alimentato con energia idroelettrica e il calore in eccesso viene immagazzinato e immesso nella rete elettrica locale. Le materie prime utilizzate per le batterie sono reperite da fonti affidabili e sicure. L’azienda punta a fornire oltre 400.000 batterie per auto ogni anno dal 2024.
Tesvolt, produttore di sistemi di stoccaggio elettrico per il commercio e l’industria, sta costruendo una Gigafactory per accumulatori a batteria, dove verranno fabbricati in modo completamente neutrale in termini di CO2. L’impianto fotovoltaico dell’azienda, con 200 kWp di capacità, fornirà l’elettricità per la produzione degli accumulatori e per gli uffici; l’energia elettrica in eccesso sarà immagazzinata in batterie aziendali con capacità di 350 kWh e il riscaldamento funzionerà anche a energia solare. Tesvolt impiega anche una innovativa tecnologia con pompe di calore ad alta temperatura che utilizza solo refrigerante naturale.