Sostituiamo le auto a benzina e diesel con auto elettriche e siamo a posto. Questo e’ il mantra che viene comunemente diffuso quando si parla di mobilita’ sostenibile. Ma non e’ così! O meglio, non e’ solo cosi’.
Consideriamo un ingorgo urbano: se questo e’ costituito da auto diesel e uno da auto elettriche e’ indistinguibile dal punto di vista del tempo perso, dell’occupazione dello spazio, persino dallo stress imposto ai cittadini, guidatori e non.
Sostenibilita’ quindi non e’ solo emettere meno CO2 (e particolato, e ossidi d’azoto, e rumore, che sembrano passati in secondo piano). Sostenibilita’ e’ ridurre l’impatto sull’ambiente e sulla quotidianita’ dei cittadini, di un’attività umana come la mobilita’ che e’ fondamentale per la societa’ contemporanea. E’ sufficiente dare un’occhiata agli obiettivi per lo sviluppo sostenibile al 2030 delle Nazioni Unite per averne una conferma piu’ che autorevole.
In parte e’ questione di efficienza: non si tratta solo di fare le stesse cose con minore impatto, ma anche di trovare un modo piu’ intelligente per perseguire gli stessi obiettivi. Ecco allora la necessita’ di automezzi in sharing o collettivi, meglio se saranno ad emissioni ridotte. Tutto cio’ si chiama MaaS – Mobility as a Service.
Le citta’ e i cittadini vivono di approvvigionamenti che provengono dall’esterno del loro territorio. La diffusione dell’e-commerce e il ritorno dei negozi urbani ha provocato un incremento fortissimo del traffico merci in citta’. Utilizzare furgoni elettrici va benissimo, ma l’utilizzo di un furgone per consegnare pochi pacchi alla volta provoca un impatto sullo spazio urbano e sull’ambiente umano poco sostenibile. Avere un approccio smart significa trovare un modo di ottimizzare i carichi, affinche’ i furgoni possano diminuire. Questo vuol dire collaborazione intelligente tra trasportatori e committenti, e utilizzo di innovazioni tecnologiche, due pilastri delle soluzioni attuali di City Logistics.
Se per fare la spesa, fare il pieno, lavare l’auto, cambiare le gomme, prenotare una visita, una persona deve andare in cinque posti diversi, dovra’ compiere cinque tragitti diversi, con dispendio di energia, occupazione di spazio in strada e in sosta e, dal punto di vista della sostenibilita’ “umana”, impiegare cinque “spazi” del suo tempo. Se invece riuscisse a ridurre a uno o due le destinazioni, non solo risparmierebbe dei tragitti ma libererebbe il suo tempo. Per questo oggi si cerca di valorizzare la sosta per offrire piu’ di un servizio. Per esempio il parcheggio di un supermercato, si attrezza per ricaricare le batterie dell’auto, per lavarla e per il cambio gomme. Moltiplichiamo il numero di tragitti e di tempo risparmiato per i potenziali utilizzatori e si arriva velocemente a considerevoli risultati.
Questi tre esempi fanno capire che l’obiettivo da perseguire e’ la smart mobility, solo con essa e’ possibile arrivare alla sustainable mobility, e quindi allo sviluppo sostenibile, come e’ inteso da parte delle Nazioni Unite.