Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Water Research sottolinea i grossi pericoli derivanti dalle microplastiche, concentrandosi su quelle presenti negli impianti di trattamento delle acque e delle acque reflue.
Il team di ricercatori dell’Universita’ del Surrey (UK) conferma non solo che le microplastiche tendono a frantumarsi in pezzi sempre piu’ piccoli, e quindi a diventare sempre piu’ impercettibili e parallelamente sempre piu’ letali, ma anche che le stesse possono ridurre le prestazioni degli impianti di depurazione dell’acqua.
Questo incide sulla qualita’ dell’acqua che beviamo e sulla qualita’ dell’acqua che, dopo i trattamenti specifici, riversiamo nei fiumi o nel mare.
La questione principale e’ legata alle piccole dimensioni delle microplastiche, cosi’ piccole che in taluni casi si puo’ parlare di “nanoplastiche”. Con dimensioni cosi’ piccole possono entrare facilmente nei sistemi digestivi degli animali e da li’ entrare sostanzialmente nella catena alimentare.
Inoltre, possono creare grossi problemi anche per quanto riguarda i processi di trattamento delle acque, sia quelle reflue che quelle per l’utilizzo domestico: particelle cosi’ piccole, infatti, possono ostruire le unita’ di filtrazione e accelerare l’usura degli strumenti utilizzati nella depurazione, abbassando notevolmente il livello di qualita’ di tutto il processo.