Per centrare gli obiettivi al 2030 sulle energie rinnovabili dovranno essere indicati al mercato strumenti e risorse per poter orientare gli investimenti, con particolare riferimento agli artigiani e alle piccole e medie imprese.
E’ quanto rilevato dal Rapporto 2019 “Sistemi energetici a confronto”, realizzato dal Centro Studi CNA, che sottolinea l’esigenza di un impegno straordinario per stimolare la realizzazione degli impianti di piccole dimensioni superando la logica dei grandi impianti, che non possono sostenere da soli la via per la decarbonizzazione.
L’Italia ha raggiunto risultati importanti nell’ambito degli obiettivi al 2020 fissati dall’Unione Europea, incrementando in modo significativo la produzione di energia da fonti rinnovabili, che rappresentano il 18,3 percento del mix energetico nazionale, superando gli altri grandi Paesi europei come Spagna (17,5 percento), Francia (16,3 percento) e Germania (15,5 percento).
I progressi compiuti dall’Italia sono evidenti: a fine 2016 e’ l’unico grande Paese dell’UE ad aver centrato in anticipo l’obiettivo della Strategia 2020.
Per il 2030 l’obiettivo dell’Italia e’ quello di coprire il 30 percento del fabbisogno energetico con le rinnovabili e il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima 2030 (Pniec) redatto dal Governo punta sull’incremento dell’autoproduzione e sull’utilizzo dei sistemi di accumulo, oltre che sulla diffusione delle comunita’ energetiche.
Il Rapporto 2019 del CNA rileva la necessita’ di una “riflessione approfondita” sulle regole tecnologiche necessarie all’individuazione delle misure piu’ coerenti ed efficaci per il mercato, soprattutto in relazione agli impianti di piccola taglia che scontano costi di installazione maggiori.
Il mercato, inoltre, richiede ancora interventi di sostegno per attivare gli investimenti, almeno con riferimento agli interventi di piccole dimensioni.
Gli strumenti di stimolo dovranno essere diversi rispetto a quelli utilizzati in passato e orientati alle PMI; questo e’ tanto piu’ necessario nella prospettiva di puntare sul rafforzamento dell’autoproduzione.
Il fenomeno riguarderebbe circa un terzo delle imprese e potrebbe essere esteso ulteriormente, prevedendo strumenti ad hoc per sostenere le piccole imprese almeno nella fase di avvio dell’investimento.