Nel corso del 2018 gli impianti iscritti all’elenco obbligatorio gestito dal Centro di Coordinamento Raee hanno effettuato il trattamento di 421.344 tonnellate di raee (+ 10,14 percento rispetto al 2017). È quanto emerge dai dati acquisiti annualmente dal CdC, come previsto dall’art. 34 del D.Lgs 49/2014.
Dai dati risulta che nel 2018 hanno operato 953 impianti che si occupano di raee dediti sia al trattamento per il recupero delle materie prime sia alla sola attività di stoccaggio dei rifiuti in attesa dell’invio ad un impianto di trattamento. A livello territoriale, la presenza più consistente è concentrata nel Nord Italia.
Di tutti gli impianti che effettuano il trattamento operanti a livello nazionale, 59 risultano “accreditati”, possiedono cioè i requisiti di trattamento che consentono di ricevere e trattare i raee domestici gestiti dai Sistemi Collettivi.
Per quanto riguarda proprio i raee domestici, la composizione dei rifiuti vede la predominanza dei grandi bianchi (R2), in crescita del 15 percento, e di freddo e clima (R1), con un +2,3 percento.
Da sottolineare anche l’Italia nel 2018 ha conseguito un tasso di ritorno complessivo del 42,84 percento, risultato poco distante dal target europeo del 45 percento previsto per lo stesso anno, ma assai lontano da quello molto più sfidante previsto dal 2019 pari al 65 percento.
Dall’analisi dei tassi di ritorno emerge quindi che una gran parte dei rifiuti che si generano, rispetto alle apparecchiature vendute, non viene correttamente tracciata, sfuggendo al sistema di gestione regolato dalla normativa. Tali volumi vanno quindi ad alimentare il traffico illegale dei rifiuti, con le conseguenze che ne derivano in termini di inquinamento ambientale e di danno economico per le aziende e per il sistema Paese (non ultimo anche in termini di infrazione dei target previsti dalla Comunità Europea).