Il 14° Rapporto di Sostenibilità di Lucart, redatto secondo le linee guida internazionali del Global Reporting Initiative (GRI Standard) dedica ampio spazio all’analisi dei dati ambientali che quest’anno sono stati arricchiti da alcuni approfondimenti sulle carte riciclate. Ebbene, a seguito di un’analisi EPD (Environmental Product Declaration) condotta su due carte igieniche prodotte dalla stessa multinazionale italiana, per ogni tonnellata di carta igienica riciclata prodotta è possibile misurare diversi vantaggi ambientali rispetto alla carta ottenuta da cellulosa “vergine”, tra cui: la riduzione dell’80 percento sul consumo di risorse rinnovabili, con un risparmio di 4.060,9 kg di legno; la riduzione del 38 percento sul consumo delle risorse idriche, vale a dire 50,63 mc di acqua; un risparmio del 20 percento della CO2 fossile emessa, il gas fra i maggiori responsabili dei cambiamenti climatici.
È quindi evidente come, non potendo essere ulteriormente riciclati, sia importante che i prodotti come la carta igienica vengano realizzati usando materiali di recupero.
“Perché questo accada, tuttavia, è necessaria l’implementazione di un quadro normativo che favorisca la produzione e la vendita di prodotti riciclati – afferma Massimo Pasquini, AD di Lucart – ad esempio con l’approvazione di decreti ‘end of waste’ e con l’adozione di incentivi fiscali per i prodotti riciclati”.
Secondo i dati di Assocarta, in Italia ogni anno si producono circa 1,5 milioni di tonnellate di carta tissue per uso igienico-sanitario e di queste solo il 7 percento viene prodotta con materiali di riciclo. Lucart è in piena controtendenza rispetto al settore poiché utilizza più del 53- di carte da riciclare, e genera valore anche a livello locale, perché addirittura il 95- delle carte da riciclare utilizzate provengono dall’Europa e in particolare da Italia, Francia e Spagna i Paesi dove sono presenti gli impianti Lucart in grado di produrre carta tissue riciclata.
“Lucart è un punto di riferimento per l’economia circolare in Europa – dice Pasquini – è infatti l’unica azienda del settore in grado di riciclare i cartoni per bevande tipo Tetra Pak, e sta investendo molto per chiudere il ciclo dei propri scarti di processo. In Italia però la normativa è ancora troppo poco chiara. Oltre ad avere una situazione legislativa stabile e certa, sarebbe auspicabile che il nostro Paese collaborasse con gli altri dell’UE per fare in modo che ci fosse armonizzazione a livello europeo. Siamo il secondo Paese manifatturiero d’Europa e uno degli Stati più virtuosi in tema di riciclo, se vogliamo perciò continuare a crescere e investire in nuove tecnologie, processi e prodotti è necessario che il l’Italia promuova l’economia circolare e non la ostacoli. In questa situazione di incertezza è ovvio che l’aumento della produzione di carte riciclate Lucart e i conseguenti investimenti previsti per il 2019-2021 saranno fatti in Spagna e Francia dove le regole sono stabili, certe, chiare e in linea con quanto richiesto dall’UE”.