Un gruppo di scienziati internazionali ha deciso di utilizzare l’intelligenza artificiale allo scopo di aumentare l’efficienza dei pannelli solari organici di tipo DSSC.
Queste particolari celle solari, dette anche celle di Gratzel, sfruttano come materiale attivo coloranti naturali, soprattutto le antocine (molecole estratte dal succo di more e lamponi), deposti su una superficie conduttiva realizzata in TiO2.
Nel corso degli anni, diversi studi hanno sviluppato e testato migliaia di coloranti e pigmenti per provare a incrementare l’assorbimento della luce e la conseguente conversione in elettricita’, ma i risultati raggiunti hanno permesso solo piccoli progressi.
La nuova sfida richiede un approccio innovativo, come quello degli scienziati dell’Argonne National Laboratory (USA) e dei colleghi dell’Universita’ di Cambridge (UK): questi due gruppi, insieme, sono riusciti a combinare il potere del machine learning con la scienza dei dati e i metodi sperimentali per indagare su una banca dati di oltre 10.000 materiali, candidati a diventare le nuove promesse dei pannelli solari organici.
Per migliorare le prestazioni delle celle solari DSSC, quindi, e’ stato creato un flusso di lavoro automatizzato che utilizza una combinazione di tecniche di simulazione, data mining e machine learning per consentire l’analisi simultanea di migliaia di composti chimici. Cosi’ facendo i ricercatori hanno potuto ridurre il campione da 10.000 materiali potenziali a soli 5: i migliori in termini di assorbimento luminoso, polarita’ e ulteriori caratteristiche quali la capacita’ di comportarsi come colle chimiche.