Eni e RenOils, Consorzio nazionale degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti, hanno sottoscritto un accordo di collaborazone volto a favorire il recupero degli oli vegetali esausti.
Eni utilizza attualmente circa il 50 percento degli oli alimentari usati disponibili in Italia e, grazie alle aziende di rigenerazione aderenti a RenOils, ampliera’ la possibilita’ di impiegare questi rifiuti per produrre biocarburante di alta qualita’.
Sono previste, inoltre, campagne di informazione ed educazione ambientale al fine di porre l’attenzione sui vantaggi dell’uso di oli esausti per la produzione di carburanti alternativi a quelli fossili.
Oggi, gli oli esausti prodotti a livello domestico, sono quasi interamente dispersi.
Nel 2018, infatti, sono state raccolte circa 75.000 tonnellate di olio alimentare di scarto, quasi esclusivamente prodotte dal settore della ristorazione e dell’industria: queste rappresentano solo il 25 percento dell’olio prodotto in Italia, il quale ammonta a circa 280.000 tonnellate all’anno.
La maggior parte della produzione si ha, quindi, nelle case e lo smaltimento avviene per lo piu’ negli scarichi perche’ la maggior parte dei cittadini non sa che eliminare gli oli di frittura attraverso la rete fognaria puo’ comportare gravi conseguenze ambientali.
Lo smaltimento attraverso la rete fognaria, infatti, pregiudica il corretto funzionamento dei depuratori, aumentando i costi di depurazione; un litro di olio genera fino a 4 kg di fanghi di depurazione che dovranno poi essere gestiti come rifiuto; puo’ inoltre giungere alle falde e rendere l’acqua non potabile, creando inquinamento delle acque superficiali, cioe’ laghi, fiumi e mare, con danni all’ecosistema, alla flora e alla fauna.