L’Adriatico rappresenta una delle aree con maggior densita’ di rifiuti, sia galleggianti che sul fondale e sulle spiagge.
Una soluzione arriva con la pratica del Fishing for Litter, che prevede un ruolo attivo da parte dei pescatori.
I pescatori partecipanti al progetto, infatti, dovranno semplicemente separare i rifiuti che rimangono accidentalmente intrappolati nelle reti, stoccandoli a bordo in appositi sacchi.
Una volta a terra, i rifiuti verranno essere conferiti gratuitamente in contenitori appositi posizionati presso l’area di ormeggio.
Tra il 2014 e il 2016, ben 124 pescherecci dislocati in 15 porti tra Italia, Slovenia, Croazia, Montenegro e Grecia hanno rimosso dal mare 122 tonnellate di rifiuti, principalmente plastica, grazie alla realizzazione di progetti pilota di Fishing for Litter, nell’ambito del progetto europeo DeFishGear.
Uno dei problemi principali nel raccogliere rifiuti dal mare risulta essere il vuoto normativo a riguardo, non solo in Italia ma anche negli altri Paesi che si affacciano sull’Adriatico.
I pescatori, infatti, non sanno come classificare il rifiuto pescato in mare, se urbano o speciale. Se i rifiuti in mare vengono considerati come ‘speciali’, il pescatore che li riporta a terra ne risulta il produttore e quindi dovrebbe assumersi la responsabilita’ e i costi del corretto smaltimento.
Inoltre, nella maggior parte dei luoghi di ormeggio dei pescherecci, lungo tutta la costa adriatica, mancano idonei sistemi di raccolta dei rifiuti pescati.
Infine, sono sicuramente necessari dei fondi nazionali per lo smaltimento di questi rifiuti, cosi’ da poter continuare a portare avanti l’attivita’.
Attualmente, il Fishing for Litter in Adriatico e’ attivo grazie alla collaborazione tra Italia e Croazia. I porti italiani interessati sono 5, contro i 9 croati, per un totale di 61 pescherecci coinvolti.