Il gruppo “Wiseair”, composto dagli ingegneri della School of Entrepreneurship and Innovation in Fondazione Agnelli hanno sviluppato un progetto che interessa l’energia legata, pero’, alle piante.
Non si tratta del ciclo della clorofilla, ma dell’energia generata da una particolare classe di batteri del terreno, detti exo-elettrogeni, che metabolizzano gli scarti di zucchero presenti nelle radici delle piante, producendo cariche elettriche.
I batteri colonizzano un nido fatto di materiale carbonico poroso; quando la colonia e’ stanziale tra anodo e catodo di questa pila a combustibile batterico si produce una tensione bassa ma sfruttabile.
Questo tipo di elettricita’ e’ solo una delle idee di Wiseair che mira a rendere disponibile una fitta rete di punti di misurazione della qualita’ dell’aria.
Quando vengono forniti livelli di inquinamento delle grandi citta’, si tratta sempre di informazioni basate su un modello di interpolazione delle misure effettuate da due stazioni Arpa. Disporre di tante misure su scala piu’ piccola, pero’, consentirebbe di elaborare diverse strategie e offrire maggiori servizi ai cittadini (per esempio, fornire indicazioni relative a percorsi urbani di attraversamento in zone meno inquinate per i ciclisti).
Non vengono impiegati particolari dispositivi, ma il tutto si trova all’interno di un vaso di plastica, dove una pianta nutre i batteri exo-elettrogeni del terreno.
L’elettricita’ generata alimenta una piccola batteria tampone, sufficiente per effettuare alcune misurazioni al giorno per un lungo periodo e i dati vengono trasmessi attraverso una connessione Sigfox, l’operatore radio machine-to-machine.
La stazione Wiseair ha il semplice aspetto di una pianta decorativa e non necessita di batterie da sostituire o procedure complesse; e’ sufficiente annaffiarla con un po’ d’acqua, perche’ tutto il resto viene alimentato da una fuel cell nascosta nel terreno.